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I nuovi spazi della creatività
Officine ferroviarie che diventano spazi espositivi di arte contemporanea e mercati, carceri dismessi che si trasformano in luoghi di ritrovo e set cinematografici. Negli ultimi anni Sydney ha deciso di investire nella riqualificazione di aree degradate o non più utilizzate, invertendo la marcia rispetto a quanto faceva negli anni ’70, quando gli edifici considerati vecchi o non più funzionali venivano distrutti e al loro posto ne nascevano di nuovi. Adesso, invece, gli spazi si recuperano, dando vita a commistioni urbane e artistiche che portano non soltanto a una ritrovata valorizzazione delle costruzioni ma anche a quella dei quartieri in cui si trovano.
La più grande isola del porto di Sydney, Cockatoo Island, è forse l’esempio per eccellenza di questa trasformazione: alla metà dell’Ottocento venne scelta come luogo di detenzione, e molti degli edifici furono costruiti proprio dai carcerati stessi. Quasi nessuno scappava, in pochi sapevano nuotare e si diceva che nell’acqua ci fossero gli squali, ma la prigione non durò molto: già alla fine del secolo si trasformò in riformatorio per i bambini e, successivamente, in una grande officina in cui costruire e riparare le navi, diventando la più grande struttura di questo tipo nel sud-ovest Pacifico dopo la caduta di Singapore durante la Seconda guerra mondiale. Il cantiere navale venne chiuso nel 1992, i macchinari furono venduti e molti edifici demoliti, e l’isola rimase inattiva per quasi dieci anni, finché la Harbour Federation Trust non decise di riqualificarla. Dal 2007, anno della riapertura, Cockatoo island viene utilizzata per i picnic grazie ai suoi grandi spazi verdi in cui è possibile anche giocare a tennis o con una scacchiera gigante, godere dei vari concerti e festival che vi vengono organizzati (come l’All Tomorrow’s Parties progettato da Nick Cave nel 2011), assistere alle riprese cinematografiche (non ultima quella di Wolverine) oppure dedicarsi a degli haunted tour in notturna, che permettono di scoprire i misteri e la storia dell’isola attraverso tunnel, bacini di carenaggio e la Biloela House, l’ex riformatorio che si dice essere abitato dai fantasmi.
Cockatoo, però, non è la sola: tornando sulla terra ferma, un punto di grande interesse è quello di Carriageworks, nel quartiere di Redfern, un’area da sempre soggetta alle migrazioni che adesso mette insieme aborigeni australiani e giovani creativi, murales e palazzi cadenti e nuovi spazi espositivi. Per questo anche Carriageworks è passata dall’essere un’ex officina ferroviaria al più grande centro multi-artistico dell’Australia. Qui ci sono mostre, spettacoli di danza, concerti ed eventi, tra i quali il Farmers Market, che si svolge ogni domenica, fashion show e alcuni appuntamenti del Sydney Festival. Altri progetti sono ancora in fase di lavorazione: il Sydney Modern Project, ad esempio, è una grande operazione che renderà l’Art Gallery of New South Wales, costruita nel 1874 vicino ai Royal Botanic Gardens, un nuovo museo del XXI secolo. I lavori degli architetti giapponesi della firma Sanaa (gli stessi della Serpentine Gallery di Londra, tra le varie cose) dovrebbero finire per il 150° anniversario dell’edificio, nel 2021, e puntano non soltanto a creare nuovi spazi espositivi e aree verdi, ma anche a rivitalizzare ciò che esiste già, tornando a utilizzare l’illuminazione naturale nelle sale costruite nell’Ottocento, dando più spazio all’arte australiana, organizzando eventi che possano coinvolgere comunità locale e turisti e utilizzando le tecnologie più avanzate per ottenere la massima sostenibilità ambientale. Le nuove aree prenderanno il posto di una zona quasi inutilizzata a nord dell’attuale museo, sfruttando le piattaforme sopra la Cahill Expressway (la prima autostrada australiana) e sopra i serbatoi in disuso della Seconda guerra mondiale.
Se il Sydney Modern Project è un lavoro importante per la cultura e la parte più turistica della città, quello di Sydenham vuole apportare dei benefici a un quartiere più lontano, vicino all’aeroporto, che potrebbe diventare, però, un luogo di ritrovo della movida notturna. Se il progetto dovesse venire approvato, il sobborgo a 8 km dal centro della città diventerà non soltanto un hub importante per musica e concerti, sfruttando anche l’adattabilità dei magazzini industriali, ma anche una casa per gli artisti, con dei contratti di affitto a breve termine fatti apposta per attirare creativi e ideatori di start up.
Testo Azzurra Giorgi
Foto Mark Metcalfe/Getty Images
Foto Toby Burrows
Foto Lisa Maree Williams/Stringer