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Vista su Aarhus
Le strade di Aarhus vivono letteralmente nel “qui e ora”. In giro per la seconda città più grande della Danimarca, infatti, è possibile avvistare ciottoli con lo slogan “Aarhus 2017”, un promemoria del suo status di Capitale Europea della Cultura per quest’anno. Aarhus è diventata rapidamente una delle mete europee più popolari, un’alternativa alla capitale cool per eccellenza, Copenaghen. È facile capire perché. Aarhus sembra avere tutto: strade acciottolate e guglie, architettura all’avanguardia e design affascinante, musei di prim’ordine e ristoranti di altissima qualità. Non è un caso che venga chiamata “la città dei sorrisi”. La maggior parte dei viaggiatori raggiunge Aarhus in treno: la stazione è un ottimo punto cardinale per esplorare la città, il che è realizzabile comodamente a piedi. Aarhus è una città compatta, molto più piccola di Copenaghen, così piccola che persino l’ufficio turistico afferma: «Quando diciamo a pochi passi, intendiamo veramente pochi passi». Da cui forse l’altro soprannome: la metropoli più piccola del mondo. Ciò che rende Aarhus particolarmente affascinante sono però i suoi contrasti. Aarhus è una città immersa nella storia ma con una popolazione giovane e piena di energie (ospita non meno di 40.000 studenti), una città con corti medievali che nascondono ristoranti di nuova cucina nordica all’avanguardia, una città in cui si può attraversare una foresta in bicicletta al mattino e tuffarsi nel mare alla sera.
Per iniziare a esplorare Aarhus, dirigetevi a nord partendo dalla stazione. Vi troverete su una strada pedonale che si allunga per un chilometro e che termina all’ombra della maestosa cattedrale. La strada, conosciuta localmente come Strøget (suona un po’ come “stroll”, l’equivalente inglese della “passeggiata”, che sembra essere ciò che la maggior parte delle persone fa qui, a meno che non si stia riparando dalla pioggia), ospita un centro commerciale scandinavo chiamato Salling, e nomi quali il marchio di moda Samsø ø Samsø e il marchio di argenteria Georg Jensen. Non tralasciate il negozio di HAY in Rosenkrantzgade, un tempio del design danese moderno. Se siete affamati, fate un salto al Mercato Centrale di Aarhus, che offre una selezione di street-food, curry tailandese, banh mi vientamita e sushi.
Strøget taglia dritta attraverso il centro della città. Se guardate a sinistra in Sønder Allé dovreste intravedere il tetto in Technicolor del museo d’arte ARoS (sul quale torneremo più avanti). Se guardate a destra vedrete il quartiere del porto, in gran parte in ristrutturazione, e più avanti il mare. Aarhus si trova sulla costa orientale della penisola dello Jutland e molti anni fa le sue acque scure erano un cimitero per i guerrieri vichinghi. Nella cantina di una delle sedi della banca Nordea in St. Clements Torv è possibile vedere un’esposizione di artefatti vichinghi dissotterrati quando l’area è stata scavata negli anni ’60. Vanta utensili e ceramiche vecchi 1.000 anni e anche uno scheletro vichingo.
Nelle vicinanze si trova la cattedrale di Aarhus. Alta quasi 100 metri, è la più grande della Danimarca, e camminando per la città vedrete spesso le sue guglie spuntare dai tetti. Entrate per ammirare gli affreschi dipinti nel XIV, XV e XVI secolo. Di fronte alla cattedrale si trova un eccellente esempio del lavoro dell’architetto danese Hack Kampmann: il teatro di Aaarhus. Notate i gargoyles sulla facciata di questo impressionante edificio, che risale al 1900.
Dirigendovi a ovest verso Store Torv, passerete davanti al concept store di Royal Copenaghen e avrete l’opportunità di ammirare le porcellane dipinte a mano dell’azienda fondata 241 anni fa. Per piatti e vasi moderni, andate a Illums Bolighus, in Lille Torv, uno scrigno di design scandinavo e arredamento per la casa. Di fronte si trova Magasin du Nord, un altro centro commerciale. Meglio ancora, imboccate Badstuegade, che vi porterà al Quartiere Latino: con la sua combinazione di negozi e bar è il quartiere più accogliente della città (il che significa anche il migliore, visto che in Danimarca l’accoglienza è praticamente uno sport olimpico).
In Badstuegade andate da Lertøj per ceramiche moderne, o aggiungete qualcosa alla vostra collezione di vinili da Badstuerock, ora nel suo quinto decennio di attività. E non perdetevi Designer Zoo, che rappresenta 100 artigiani danesi, da designer di gioielli a mobilieri. Non fatevi sfuggire le repliche di carta in miniatura di edifici e paesaggi, realizzate da Li-Yu Lin, studentessa taiwanese di design industriale; sono raffinate opere di design ed è facile capire perché LEGO l’abbia assunta prima della laurea.
Dal Quartiere Latino dirigetevi a est verso l’area del porto che è stata riqualificata, conosciuta come Aarhus Ø. La sua architettura contemporanea spettacolare, spuntata dove c’era un terminal di container in disuso, contrasta enormemente con la pittoresca architettura medioevale del Quartiere Latino. L’edificio più appariscente è l’Iceberg, progettato dal Bjarke Ingels Group. È un complesso residenziale privato, completato nel 2013 e vincitore dell’International Architecture Award nel 2016.
Più a sud si trova la nuova biblioteca pubblica della città, DOKK1 (il nome è un gioco di parole: si pronuncia “dock it”, “attraccalo” in inglese, e fa riferimento alla sua posizione sul lungomare). Il bizzarro sistema di parcheggio lascia di stucco: si parcheggia la macchina in una postazione che scende automaticamente sottoterra e risale alla stessa maniera una volta che si vuole andare via. Entrate nell’edificio e ammiratene gli interni. Se siete fortunati sentirete il Gong, una campana tubolare che suona ogni volta che nasce un bebè in città (a quanto pare suona almeno tre volte al giorno).
Tornate sui vostri passi verso il centro e andate verso Vestergade: passerete la Chiesa di Nostra Signora, dove potrete godervi una pausa di ristoro in uno dei luoghi più belli della città. A sud si trova Møllestien, forse una delle strade più pittoresche della città, in cui rose e malvarose abbracciano case color pastello in legno e muratura costruite nel diciottesimo secolo. Questa stradina acciottolata e tranquilla trasuda uno speciale fascino. Dietro l’angolo, in Åboulevarden, si trova F-Høj, un derivato del ristorante stellato Frederikshøj, che offre una versione gourmet della famosa tartina danese: lo smørrebrød.
A ovest della città, invece, c’è Vesterbro: benchè per la maggior parte residenziale, il quartiere ospita una delle attrazioni più insolite della città, ovvero Den Gamle By, La Città Vecchia. È un museo all’aria aperta, dedicato a tre epoche della storia danese: il 1860 di Hans Christian Andersen, l’industrializzazione degli anni ’20 e gli sgargianti anni ’70. Vale la pena visitarlo per vedere le 75 case in legno e muratura portate qui da ogni angolo della Danimarca e ricostruite come una città di mercato di provincia.
Ancora meglio sono le quattro serre climaticamente controllate che si trovano ai Giardini Botanici, in cima a una collina nelle vicinanze. Passeggiate tra gli olivi della serra mediterranea fino ai catcus e palme da dattero del deserto, e dalla serra di muschio delle montagne spagnole passate alle farfalle e banani dei tropici. Le serre sono state progettate dagli architetti di CF Møller e hanno vinto l’International Architecture Award nel 2016.
Scendete dalla collina fino in Thorvaldsensgade, ma invece di continuare dritti, zigzagate verso sud, fino a quando non raggiungerete Godsbanen, il punto forte di ogni visita a Aarhus. È un gruppo di edifici industriali rinnovati sul terreno di uno scalo merci ferroviario costruito nel 1923 ma poi chiuso nel 2000. Una decina di anni dopo, l’edificio principale è stato riconvertito e ha riaperto, seguito dalle dépendance. Oggi ospitano una gamma di aziende creative, studi di design e compagnie teatrali. Sono circa 200 le persone che lavorano a Godsbanen ogni giorno, ed è divertente passeggiare per questo centro creativo e vedere quello che succede. Assicuratevi anche di uscire per vedere la selezione poliedrica di materiali usati per creare altre officine e luoghi creativi, come container e yurte.
C’è architettura che lascia di stucco anche dietro l’angolo, al numero 11 di Sonnesgade. Questo appariscente e asimmetrico edificio multifunzionale è stato progettato dai premiati architetti locali del gruppo SLETH. La facciata di cemento ha venature che la fanno assomigliare al marmo, e ospita tre piani di uffici, più un ristorante al piano terra. Vale la pena prenotare in anticipo per gustare il menù di stagione di alta qualità che viene servito dalla cucina a vista (per fare un esempio: colombaccio arrosto, zuppa di rombo e ostriche danesi). Il capo cuoco è Jesper Thomsen, che si è formato al ristorante Frederikshøj. Potete trovare altri splendidi ristoranti a pochi passi, nell’area residenziale di Frederiksbjerg e, dietro l’angolo si trova Jægergårdgade, una strada vibrante che varrebbe la pena spendere una mattinata a esplorare. Troverete molti negozi indipendenti, come Nr.4, che offre un mix di designers danesi e islandesi (non perdetevi i bizzarri portauovo della ceramista Trine Bech Jakobsen). Se avete sete, fermatevi per una birra da Mikkeller, un mini-birrificio fondato a Copenaghen, o andate da St. Pauls Apotek, una ex farmacia dove l’illuminazione d’atmosfera e i cocktails di champagne sono all’ordine del giorno.
A sud di Jægergårdgade c’è Ingerslevs Boulevard, dove si trova il mercato del cibo più grande della Danimarca. Vanta una sessantina di bancarelle, compresi ortofrutta, rivenditori di formaggi, pesce e macellai di carne organica. Potrete anche trovare fiori freschi e miele di apicoltori locali. Pianificate l’orario della visita, però: il mercato è aperto solo il mercoledì e il sabato fino alle due di pomeriggio.
A nord di Jægergårdgade camminate lungo Frederiks Allé e vedrete nuovamente Your Rainbow Panorama, la favolosa passerella di Olafur Eliasson sopra il museo di arte contemporanea ARoS. Aspettate ancora un po’ a dirigervi lì, però. Fermatevi prima a esplorare il peculiare edificio grigio sulla vostra destra. È il municipio di Aarhus, progettato dal padrino del modernismo danese, Arne Jacobsen, e compie 75 anni nel 2017. Rivestito di marmo norvegese, è uno dei monumenti più famosi della città, e anche un forte elemento di contrasto con il design cubista di ARoS, solo un centinaio di metri alla vostra destra.
Prendetevi il vostro tempo per apprezzare la collezione permanente di ARoS: comprende opere di Frank Viola e Andy Warhol. Tra le principali attrazioni c’è Boy, la scultura di 5 metri dell’artista australiano Ron Mueck, che ritrae un bambino accovacciato la cui pelle screziata sembra persino troppo reale. ARoS ha anche un calendario versatile di mostre temporanee: tra gli artisti recenti figurano Grayson Perry e Robert Mapplethorpe. Oltre a un ristorante e un particolare negozio di souvenir, c’è anche una spettacolare scala a chiocciola, dalla quale si può accedere alle gallerie sui 10 piani del museo.
Ma il punto forte è sicuramente Your Rainbow Panorama. Pochi panorami della città sono più incantevoli di quello offerto dalla passerella sui tetti di Eliasson: 360 gradi di vetri di tutti i colori dell’arcobaleno. E cosa ancora più importante, offre ai visitatori stanchi la possibilità di ritracciare il loro percorso attraverso la città, di mettere insieme i pezzi dall’alto, e, nella calda luce di un moderno arcobaleno danese, di capire da soli perché è chiamata la città dei sorrisi.
Testo James Clasper
Foto Benjamin Lund