Le Serpentine Galleries rappresentano due piccole grandi oasi dedicate all’architettura, alla fotografia, all’arte moderna e contemporanea situate nel cuore di Londra. Due edifici al cui interno si sviluppa e cresce l’afflato creativo di una delle città più innovative d’Europa. Accedendo ai Kensington Gardens da Lancaster Gate si attraversa il verde screziato che contribuisce a costruire lo splendore della città londinese.
Uniti dal ponte che passa sul Serpentine Lake, il lago che taglia di netto Hyde Park e a cui si deve il nome delle gallerie, i due edifici distano all’incirca 5 minuti l'uno dall’altro. Pochi passi immersi in uno dei Parchi Reali della city per ritrovarsi all’interno di un fervente centro culturale. Proprio all’ingresso delle due gallerie è posto un permanent work di Ian Hamilton Finlay, in memoria della Principessa del Galles, la Diana che della galleria è stata mecenate e sostenitrice. La Serpentine Gallery, che dei due edifici è il più antico per attività espositiva, venne fondata nel 1970 all’interno di un padiglione da tè risalente agli anni ’30, ideato dall’architetto J. Grey West. L’edificio ospita esibizioni, workshop educativi e diversi programmi pubblici che ogni anno attraggono milioni di visitatori, per una vetrina che unisce arte moderna e contemporanea in un continuo rimando tra passato e futuro. Negli anni oltre duemila artisti hanno mostrato le proprie opere ed esibizioni all’interno della galleria: da Man Ray a Jean-Michel Basquiat, da Andy Warhol a Damien Hirst, passando per Jeff Koons e Marina Abramović.
A poca distanza dalla Serpentine, nel 2013 è nata la Serpentine Sackler Gallery, estensione della galleria situata in prossimità di uno stabile d’epoca risalente al 1805. La Sackler Gallery, è una magnifica integrazione realizzata dall’architetto britannico di origini irachene, Zaha Hadid, in una riuscita commistione tra innovazione e antichità fatta di curve sinuose e leggere come il movimento che anima il parco. Due spazi connessi tra di loro, dunque: il The Magazine, al cui interno sorge un ristorante, è un edificio risalente al XIX secolo, realizzato nel 1805 e adibito originariamente a deposito per le polveri da sparo, è stato utilizzato dalle forze armate fino al 1963. Una seconda tensostruttura ideata da Hadid, invece, fuoriesce dal corpo centrale a creare un ampliamento contemporaneo ed elegante. La Sackler rappresenta in pieno il tipo di ricerca di Hadid, costruita sulla realizzazione di strutture in trazione, con inserti in fibra di vetro rivestito e una cornice d’acciaio in costante torsione. L’architetto britannico è una delle personalità maggiormente legate alla Serpentine Gallery, fu lei infatti a realizzare il primo degli annuali padiglioni temporanei della galleria nel 2000. La Serpentine ha poi preso a commissionare dei padiglioni estivi che vengono ciclicamente modellati e rinnovati. Ogni padiglione è realizzato entro sei mesi ed è situato sul prato adiacente agli spazi espositivi dove rimane per tre mesi permettendo al pubblico di esplorarlo. Tra le personalità ad aver realizzato opere per la Serpentine, oltre alla già citata Hadid, troviamo tra gli altri, Toyo Ito, Oscar Niemeyer, Kjetil Thorsen, Frank Gehry e il collettivo Sanaa. L’edizione 2016 del padiglione è stata affidata all’architetto danese Bjarke Ingels; quest’ultimo è partito dal classico muro di mattoni di forma bidimensionale, decomprimendolo in una nuova forma capace di accogliere nel proprio ventre i visitatori del padiglione. Ingles ha spiegato: «Per il Serpentine Pavilion 2016 abbiamo cercato di progettare una struttura che racchiudesse in sé molteplici aspetti spesso percepiti come opposti: una struttura formale ma rigorosa, modulare ma anche scultorea, trasparente e opaca, scatola solida ma allo stesso tempo un po’ blob. Abbiamo deciso di lavorare con uno dei fondamentali dell’architettura: il muro di laterizio. Invece che da mattoni o blocchi di pietra, il muro è però composto da telai in fibra di vetro estrusi accatastati l’uno sopra l’altro». Un luogo sicuro da attraversare e fruire. Il tutto con una serie di riferimenti ai padiglioni che hanno preceduto l’opera dell’architetto danese: la sublimazione di oltre quindici anni di lavori. A rendere ancora più unico il lavoro della Serpentine, quest’anno, a partire dal 10 giugno, sono previste ben quattro summer houses, edifici che si integreranno a quanto realizzato da Bjarke Ingles, regalando ai fruitori degli spazi della galleria nuovi luoghi in cui interagire con l’architettura e l’arte. Quattro motivi in più per visitare questi splendidi spazi innestati all’interno dei giardini di Kensington. Dal 22 dello stesso mese sarà possibile costruire il proprio padiglione personale, per saperne di più visitate il sito
www.serpentinegalleries.org.
Testo – Oscar Cini